NO D DAY, VOLTARE PAGINA GIOCANDO SUGLI STEREOTIPI

Venerdì 7 giugno, si celebra la giornata contro le discriminazioni di genere nel lavoro. A Roma l’evento è organizzato dalla Consigliera Regionale di Parità, presso Porta Futuro, via Galvani 108, dalle 10 alle 18 e si parlerà anche di gamification

Cambiare scenario giocando con gli stereotipi è possibile e a breve diventerà realtà. Durante la giornata contro tutte le discriminazioni sul lavoro, verrà annunciata la storica collaborazione tra la Consigliera Regionale di Parità, Valentina Cardinali, e il Gamification Lab Sapienza, per la progettazione e sviluppo di un prototipo per le scuole elementari, destinato a lasciare il segno. Il progetto è in fase di studio da mesi e per ora è coperto dalla naturale riservatezza, trattandosi di un progetto d’eccellenza, la prima gamification istituzionale al mondo, dedicata al tema degli stereotipi. Ma è anche la prima gamification politica pura in Italia, perché per la prima volta un gioco diventa ufficialmente strumento per la progettazione sul tema, un passo notevolmente avanti rispetto allo scenario attuale.

Finora abbiamo assistito a forme sporadiche e non strutturali di gamification applicata alla politica, soprattutto da parte di politici durante la campagna elettorale, allo scopo di coinvolgere elettori. Con questo progetto, invece, la gamification viene elevata ad un ruolo più alto, di supporto della politica. I feedback che si otterranno dal gioco, infatti, potranno diventare una valida bussola sull’andamento della situazione, permetteranno di monitorare meglio e orientare la difficile gestione della parità. Non solo, la gamification è strutturata per essere aggiornabile, si tratta pertanto di un vero investimento sul futuro.

Francesco Lutrario, docente e coordinatore del laboratorio della Sapienza, ha spiegato: “Applichiamo le tecniche di gamification sul tema della parità, concentrandoci, come richiesto dalla Consigliera Cardinali, ad un target delicato e al contempo difficile, quello dei bambini della scuola elementare”.
Si possono educare le future generazioni alla parità, giocando?
“Il principio di parità senza distinzione di genere o età è insito, a mio avviso, nei bambini e nel gioco. I bambini dopo la prima fase egocentrica – continua Lutrario – si aprono all’altro, con piena disponibilità e interesse, a meno che non vengano condizionati a comportarsi diversamente da noi adulti. Nel gioco, poi, la parità è un principio inviolabile. Tutti nel gioco sono uguali, hanno le stesse opportunità e devono attenersi alle stesse regole. Purtroppo – conclude il professore – sono gli adulti con i comportamenti e i giudizi a modificare questa naturale apertura alla parità dei bambini. I bambini osservano e incorporano i comportamenti degli adulti, diventando a loro volta adulti che influenzano negativamente altri bambini. La gamification può rompere questo circolo vizioso”.
Questo progetto pone una vera pietra miliare nel rapporto tra gamification e politica. Come pensa che cambieranno le cose in Italia, su questo fronte, dopo questa gamification?
“Sono veramente lieto di questa esperienza perché forse, per la prima volta in Italia, la vera gamification, viene applicata e resa utile in un contesto in cui la politica può incidere e fare la differenza, fin dalle fondamenta del problema. Ci sarebbero tanti campi dove applicare questi metodi, perché il gioco, come noto, è un’attività per tutti, non solo per i bambini. La gamification e le simulazioni digitali – ha concluso Lutrario – possono diventare un vero strumento di progettazione politica, di valutazione del sentimento sociale, di simulazione di nuovi scenari, un investimento per il futuro”.

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