Giocare a Fifa e Fortnite per pagarsi gli studi. A Roma 3, Federico II e Parthenope, è già realtà.

Si chiama 2WHATCH UNIVERSITY LEAGUE POWERED BY TIM è il 1° torneo universitario di esport che mette in palio borse di studio

Saper giocare bene a Fifa e Fortnite per vincere una borsa di studio e pagarsi l’università. No, non è un sogno, nemmeno uno scherzo, da oggi è realtà.

 

Sono 3 le prime Università coinvolte in questo torneo innovativo, organizzato da 2 WHATCH, start up nel settore esport, che mette in palio due borse di studio: l’Università di Roma 3, L’università Federico II e l’Università Parthenope di Napoli. Il torneo durerà fino alla fine di luglio e unirà il punteggio in gara con l’andamento universitario del singolo studente. Solo i più meritevoli, potranno accedere alla fase finale del contest e vincere le borse di studio. Gli sponsor dell’evento sono Tim, Eurospin e Adidas. Un segnale, questo, molto positivo, perché dimostra come le grandi aziende, che operano in mercati anche molto diversi tra loro, trovano sinergie che convergono nel ruolo sociale del coinvolgimento, che svolge oggi il gioco, in tutte le sue forme.
A causa dell’emergenza sanitaria, dovuta al covid, la competizione si svolgerà on line, tranne l’evento finale dedicato al Torneo dei Campioni, che si terrà a Napoli.
Tutto il torneo è gestito attraverso l’applicazione mobile sviluppata da 2 WHATCH, che permette di coordinare i tornei che avvengono tramite videogames.
Sarà possibile anche seguire le gare. Infatti è stato organizzato un palinsesto in live straeming. Le finali dei turni di qualificazione verranno trasmesse sul canale 2WHATCHtv presente su Twitch e verranno commentate da proplayer e caster più famosi d’Italia.
Mentre ogni lunedì, durante il torneo andrà in onda “Area Studio”, una trasmissione condotta dal giornalista gamer, Simone Trimarchi, che offrirà approfondimento sui tornei e verranno commentate le immagini delle partite.
Il torneo apre un nuovo scenario anche nella comunicazione e nel coinvolgimento tra atenei e studenti. Il rettore dell’Università di Napoli Parthenope, Albero Carotenuto, ha infatti manifestato apertamente l’interesse delle università ad avvicinare gli studenti tramite il gioco: “L’università Parthenope, ha deciso di partecipare a questa particolare competizione, per l’originalità della proposta. Una sfida sportiva tra gli studenti di più atenei che, contemporaneamente, valuta anche il profitto universitario. E’ un’idea che coinvolgerà sicuramente i ragazzi, il mondo del gaming oggi è parte integrante della loro vita”.
Il settore degli esport in particolare, è quello che nel variegato mondo dei videogames, guarda al futuro con più prospettive di crescita. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto sugli esport in Italia, realizzato da IIDEA (Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi) con Nielsen, 475 mila persone seguono quotidianamente eventi esport nel nostro paese e il settore ha registrato, in questo periodo pandemico, una crescita del 15% rispetto alla precedente rilevazione del luglio 2020. Questo fermento su un terreno nuovo, permette anche la nascita di numerose startup innovative. Fabrizio Perrone, Ceo di 2WHATCH, ha spiegato come la sua start up intende muoversi: “Il settore degli esport sta crescendo con numeri impressionanti. 2WHATCH nasce con l’intento di coinvolgere i casual gamer con un palinsesto di intrattenimento, formando una piattaforma per la gestione delle competizioni amatoriali. Inoltre vogliamo creare elementi di education relativi all’industry, raccontare le professionalità e aiutare i ragazzi a trasformare la propria passione in lavoro”. Si apre così un nuovo scenario tra studio e gioco, dove il gioco non è visto solo come un metodo per la didattica coinvolgente e innovativa, ma saper giocare si rivela utile anche a finanziare gli studi.

Delfina Santoro
Giornalista professionista, cura progetti editoriali per Crowdbooks, applicando il gioco nell’edizione dei libri e occupandosi dello sviluppo della piattaforma digitale. E’ referente sulla gamification per il Goethe Institute di Roma. Cura in Italia il progetto europeo Eu Labourgames che coinvolge anche Olanda, Germania e Grecia. Ha maturato un approccio alla comunicazione a 360°. Fa parte dell’Associazione Nazionale Filmaker Italiani con cui partecipa alla realizzazione di video e cortometraggi, tra cui “Nata viva” che ha vinto il primo premio al festival di Capodarco. All’interno dell’Associazione, ha fondato, con altri, il gruppo “datamaker” per la comunicazione visiva dei dati, occupandosi di regia, storytelling e ricerca dati. E’ stata nel direttivo del gruppo “docmaker” di Stampa Romana. Dopo un percorso giornalistico tradizionale, sulla carta stampata, dove ha seguito temi legati all’Europa e all’attualità, oltre a maturare una significativa gavetta sulla cronaca, per il giornale free press E Polis, è passata al digitale. Qui, oltre ad una formazione di tipo cineasta, si è specializzata in data visualization e ha appreso le tecniche della traduzione della comunicazione visiva in infografica. La lavorato alla ricerca dati per il lancio di diverse start up innovative, come Filo e kpi6 presso la Luiss Enlabs. Sulla piattaforma di Kpi6 ha sperimentato l’uso dell’algoritmo nei social: Facebook e Twitter, realizzando articoli per il blog aziendale.

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