Capriola generazionale dei giocatori italiani: agli over 65 piace giocare più che agli under 14

Vive al sud o nelle isole, è adulto, ha un buon livello culturale, è orientato al successo e ha un rapporto equilibrato tra esigenze familiari e lavoro, è questo il profilo del giocatore medio, secondo i dati forniti dalla Aesvi

La distribuzione geografica dei giocatori italiani, parla chiaro: 33, 8% sud e isole, 24,9 % nord ovest, 22,2% centro e 19,1% nord est. Il livello d’istruzione degli appassionati del game è medio alto: il 40% dei videogiocatori è in possesso di un diploma di scuola media superiore o di una laurea, il 7,7% in più rispetto alla media nazionale.

Dall’analisi dei dati forniti dalla AESVI, l’associazione di categoria che rappresenta i produttori di videogiochi, il giocatore medio è lontano anni luce dal vecchio stereotipo del ragazzo chiuso in camera a giocare, isolato dal mondo. Oggi è una persona orientata al raggiungimento del successo professionale, ha esigenze di svago, ama viaggiare e fare sport e ha una chiara percezione della distribuzione del suo tempo, tra lavoro e le esigenze familiari.
Nel 2017 sono stati quasi 26 milioni i videogiocatori nel nostro Paese di età superiore a 14 anni, il 50,2% della popolazione italiana. Un pubblico adulto e convinto: 6 videogiocatori su 10 hanno tra i 25 e i 55 anni e gli over 65 sono più numerosi degli adolescenti: il 7,9% dei giocatori, contro la fascia 14-17 che rappresenta il 7,2% del totale.
Nel campo del videogioco le donne hanno già raggiunto la parità: il 50% dei videogiocatori è composto da uomini e il 50% da donne. Gli italiani amano la compagnia e sono socievoli, questo si riflette anche nel modo di giocare: il 48,9% dei giocatori videogioca almeno 4 volte a settimana, il 27,8% da 1 a 3 volte, il 23,3% meno di una volta a settimana. Circa il 40% dei videogiocatori dichiara di videogiocare con altre persone, con i propri familiari (17,8%), con gli amici (10,7%), con altri giocatori online (10,8%).
Aumenta la tendenza a guardare gli altri mentre giocano e a immaginare il gioco come una forma di spettacolo da osservare, anche quando non si partecipa direttamente. Infatti, se da un lato si gioca sempre più spesso con altre persone, on line e off line, dall’altro, con lo sviluppo dei servizi di streaming, cresce anche il numero di persone che assistono da spettatori a competizioni di eSports, giocate da videogiocatori professionisti. Questa tendenza, agli esordi in Italia, si prevede conoscerà grande sviluppo in futuro.


Fonte di riferimento: http://www.aesvi.it

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